Dalle epiche sconfitte dei portali a quelle dei booking on line e via ragionando sulla sindrome dell’assessore al turismo.
Avvertenze per il lettore: ve lo dico subito, questo è un instant post, un po’ serio e un po’ scherzoso.
E’ di ieri la notizia che Federlaberghi ripartirà alla carica del commercio online con il celeberrimo dimenticato italyhotels.it. Il sito di vendite online ormai fermo da anni fu presentato nel 2009 in occasione del 59° SIAGUEST.
Il lavoro era compiuto la piattaforma era pronta e il partner Amadeus simbolo di grande affidabilità. Così ne parlava Bernabò Bocca:
“La nascita quindi di questo nostro portale, gratuito nell’accesso e con costi di commissione di gran lunga inferiori a quelli richiesti da altri operatori, vuole essere ad un tempo una grande opportunità per tutte le strutture ricettive italiane ed un punto di riferimento concreto per tutti quei consumatori, sia italiani sia stranieri, che ancora faticano a districarsi nell’affollatissimo mondo dell’online.
Il portale inizialmente sarà bilingue: italiano ed inglese, ma svilupperà a brevissimo – conclude Bocca – sia l’utilizzo di altre lingue, sia la possibilità per il consumatore di organizzarsi un pacchetto di viaggio completo”.
Niente di tutto questo fino a ieri quando è apparsa la notizia del rilancio.
Se nel 2009 prendere posizione online poteva avere un senso, adesso la vedo molto dura sia per le qualità necessarie a livello progettuale, sia a livello di costi di marketing. Ormai in rete le grandi Olta si sono accaparrate la visibilità e sarà difficilissimo andare a rintracciane nicchie di mercato online che sfuggono alle dinamiche di massa.
Quello che più mi preoccupa è la dichiarazione – della serie mettiamo le mani avanti – che ha rilasciato Daniele Frontoni:
“Stiamo creando – spiega il responsabile della commissione Olta di Federalberghi, Daniele Frontoni – un portale che racchiude tutte le strutture alberghiere italiane con commissioni più abbordabili rispetto a Booking ed Expedia. Non vogliamo entrare in concorrenza con Olta già affermate, ma puntiamo a essere inseriti all’interno di portali turistici istituzionali o di portali di grandi eventi come ad esempio la Festa del Cinema”.
Cavoli, certo che noi italiani siamo formidabili, riusciamo anche a mettere in piedi una Olta, curata dal responsabile Olta di Federalberghi, che non vuol fare concorrenza alle Olta. Ma a che gioco stiamo giocando? Vi piace perdere facile? Vi piace stupirci con effetti poco speciali?
Se vuoi fare un portale di prenotazioni alberghiere o lo fai per dirottare il traffico Olta verso canali meno costosi oppure lo fai per conquistare nuove fette di mercato che si stanno aprendo con l’internet per esempio nei paesi BRIC, ergo fai concorrenza alle Olta.
Se non lo fai per dare filo da torcere alle Olta finisce che non vendi e gli albergatori non perdono tempo, come è successo fino ad oggi, ad alimentare di tariffe e camere i database del sito celeberrimo dimenticato.
Temo che invece anche in questo caso si tratti dell’evoluzione di quella che io chiamo “la sindrome dell’assessore al turismo”.
La sindrome dell’assessore al turismo origina nella jungla di quelli che fanno qualcosa nel turismo per incarico ricevuto, mentre la distribuzione turistica è questione da professionisti. I primi sintomi che palesarono la sindrome dell’assessore al turismo si racchiudevano nella famosa frase: “i turisti devono venire da noi perché i nostri sono i luoghi più belli del mondo”. Come tutti i virus passò alla fase più evoluta: “i turisti devono venire da noi perché qua abbiamo in pochi chilometri mare, collina, montagna e buon cibo“. Con l’avvento di internet si assiste alla fase tecnologica della sindrome che si manifesta con il classico “facciamo un portale” che poi si è sofisticato, come le peggiori malattie epidemiche, in due virus diversi, assai vigorosi, che colpiscono di concerto o anche separatamente, in questi mesi. Possiamo scegliere tra “lanciamo tra poco un booking online per disintermediare” oppure “finalmente anche il nostro territorio sarà dotato di una app scaricabile“.
In questi giorni il virus dell’app pare sia stato isolato da quando ci si sta rendendo conto che “scaricare l’app” e diventato più che altro un vattel[app]esca da dove si scarica… nel quale un sacco di turisti si sono persi senza fare ritorno in albergo al termine dell’escursione giornaliera.
Quello invece del “facciamo un portale con il booking online” pare che stia prendendo sempre maggiore vigore.
Per fronteggiare questa preoccupante deriva, nella giornata odierna, il noto startupper Mirko Lalli ha vergato online una preziosa check list per l’apprendista lanciatore di booking online. Ce n’è bisogno, ché forse non è consapevole che ha come competitor più piccolo Tripadvisor, che in borsa capitalizza più o meno quanto la Fiat.
La check list di Mirko Lalli
Checklist per coloro che vogliono aprire un nuovo “portale” di booking online.
È necessario rispondere “sì” a tutte le domande prima di annunciare il nuovo “Booking italiano” o l”‘Amazon del Turismo”.
0. Perché, di grazia, i turisti dovrebbero scegliere te?
1. Perché gli ALBERGATORI dovrebbero scegliere te?
2. Sei sicuro di poter progettare un’esperienza utente migliore di Booking o Expedia?
3. Ti sei posto il problema di come far conoscere la tua creatura ai turisti?
4. Hai idea di quanto spendano le OLTA per il marketing?
5. Hai idea di quanto costino i contenuti?
6. Il tuo strumento si integra (e non si somma) con quelli che già utilizzano gli hotel?
7. Sai cosa significa dynamic packaging?
8. Sai che cos’è un channel manager?
9. Sai cosa significa social commerce?
10. Il tuo business plan regge anche senza contributi pubblici? (chè tanto prima o poi finiscono)
Chiudo dando un senso di serietà al post con un auspicio che ho twittato ieri e che tutti gli interessati hanno ribattuto sul social network (spero che un retwit possa rappresentare non solo una presa visione ma anche un’approvazione e una comunità d’intenti)
@anucara x rilancio italyhotels.it auspico condivisione/collaborazione #tdlab @stefano_ceci @edocolombo @rudi51 @sergiocagol @robertamilano
— Robi Veltroni (@robiveltroni) 30 Giugno 2014
Credo che se si vuole sperare in un minimo di possibilità di successo, questa iniziativa dovrà quanto meno essere coerente e in linea con gli indirizzi di interoperabilità e di distribuzione che il Laboratorio Digitale per il Turismo è in procinto di varare. Diversamente, tutto tornerà nell’oblio.
Italy Hotels è la splendida iniziativa di Federalberghi, una base di partenza per avere finalmente il primo portale di booking totalmente italiano.
Peccato non sia valorizzato come si merita.