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La prima volta che chiesi chi fosse Mikaela Bandini il mio interlocutore rispose: quella del Diario Digitale! L’avevo già vista in BTO quando parlava dei viaggi d’architettura ma non fui così veloce nel collegare l’architettura ai diari digitali, ma poi ho capito tutto.

Ho ritrovato Mikaela Bandini a Ravenna, in occasione delle Future Lessons dove, con il suo intervento, impressionò tutti per la carica emotiva, per la capacità di coinvolgere le persone con il racconto dell’esperienza di Diari Digitali e il suo amore per l’Italia. Poi, per alcuni giorni su Facebook, ci siamo scambiati per gioco motivetti trash degli anni 70/80. Prima però ci sfidammo a riconoscere le canzoni diffuse in un bar romagnolo, ché Shazam a noi ci fa un baffo. Ecco, vi consiglio di ascoltare una canzone mentre leggete questa intervista.

Robi: Ben tre Regioni hanno scelto di utilizzare i video da voi prodotti nei loro stand alla BIT, sembra che le cose vadano bene?

Mikaela: Direi di si, siamo molto contenti che il format piaccia, sia al pubblico della rete che ai referenti istituzionali che ci hanno commissionato la realizzazione dei Diari Digitali per raccontare in modo innovativo ed emozionante il territorio delle loro Regioni.
Evidentemente mancava questo nuovo modo di raccontare i luoghi e le persone, con un linguaggio giovanile, con ritmi veloci e coinvolgenti.

Il Diario Digitale propone una comunicazione istituzionale che svecchia molto gli stereotipi della PA italiana, legata ancora a schemi di comunicazione turistica tradizionale, offrendo emozioni visive molto forti. Entro fine 2013 avremo coperto undici delle Regioni italiane e questo lascia capire quanta necessità ci sia da parte della PA di produrre nuovi contenuti ricchi di elementi innovativi, creativi raccontati con il linguaggio della contemporaneità, di grande effetto e realizzati con budget molto ragionevoli.

Robi: Al BTO ti ho sentito dire che l’italia dovrebbe essere raccontata dagli stranieri e non dagli italiani, spiega meglio… 

Mikaela: Molto spesso ci vogliono occhi nuovi per vedere le cose belle che ci circondano. Le troupe che in giro per l’Italia realizzano il Diario Digitale sono generalmente composte da giovani artisti stranieri provenienti da paesi che hanno una storia giovanissima: loro, come me, che vengo da un paese con 350 anni di storia, hanno uno sguardo diverso sul grande patrimonio esistente in Italia, posano i loro occhi sulle cose con una sensibilità nuova rispetto a chi ci vive. Se calpesti strade romane, vai a messa in cattedrali gotiche, trascorri la tua vita in città Unesco, ti affacci alla finestra su scavi archeologici e convivi quotidianamente con le bellezze straordinarie di questo paese, non ti accorgi più del loro potere magnetico ed evocativo. Ecco che un occhio esterno può vedere di più e meglio la grande bellezza del patrimonio italiano, raccontarla in modo diverso, rimanendo a bocca aperta per i luoghi non comuni dell’Italia.

Mikaela Bandini

Paragliders in the busy Val di Fassa, Trentino. In the background, the Langkofel group.

Robi: La prossima tappa del diario digitale? 

Mikaela: Proprio in questi giorni, lanciamo il Diario Digitale sportivo, un progetto commissionato da Trentino Marketing.
Non c’è bisogno di noi per affermare che il Trentino è uno dei luoghi più belli del pianeta, soprattutto per fare sport. Ma la scelta di utilizzare i nuovi linguaggi digitali, andando oltre le classiche immagini da cartolina, consente di vivere il tempo presente e anticipare il futuro, coinvolgendo soprattutto i giovani.
Insieme al direttore marketing Maurizio Rossini, abbiamo individuato il tema più accattivante per gli utenti internazionali che amano le emozioni forti, quasi estreme. Il Diario Digitale del Trentino racconta esperienze di vita super attiva vissuta da cinque giovani videomaker stranieri che hanno scandagliato il territorio in mountain bike, in parapendio, arrampicandosi, oppure in acqua, raccogliendo anche le esperienze della famiglia sportiva. I ragazzi hanno lavorato insieme alla gente del luogo tra Madonna di Campiglio e Pinzolo, Canazei, San Martino di Castrozza e Riva del Garda per un racconto ritmato che fa venire tanta voglia di muoversi e partecipare.

Robi: Il progetto sta generando dei numeri interessanti, il canale youtube di Can’t Forget Italy sta per sfiorare mezzo milione di visualizzazioni, circa sei volte quelle del portale nazionale, perché piace così tanto?

Mikaela: Sono i frammenti con le persone, i fotogrammi con particolari bellissimi, e con il piccolo grande microcosmo nel background, fatto di dialetti, di tradizioni locali. Sono gli scorci della cosiddetta “Italia minore”, fortemente espressiva, raccontata in modo fresco, giovanile, emozionante che piacciono al pubblico della rete, e non solo.
Per anni, molte amministrazioni hanno condotto campagne di comunicazione turistica permettendo che le agenzie di comunicazione e i centri media eliminassero ogni forma di vita umana dagli spot, dai manifesti e dalle cartoline: piazze vuote, piste di sci deserte, ristoranti con tavole apparecchiate senza situazioni conviviali. Come se gli abitanti fossero una forma di scarto che sporcasse l’immagine celebrando photoshop per l’utilità di cancellare pure le nuvole.
Trovo invece affascinante il racconto vero, costruito su situazioni reali, con persone in movimento che fanno, agiscono, creano qualcosa di unico e speciale, impossibile da trovare altrove.
Certamente non sarò l’unica a cercare di conoscere i luoghi attraverso l’esperienza e le persone con le loro storie.

Robi: Come vengono diffusi i video? Chi li guarda? 

Mikaela: La diffusione è spesso inaspettata, pensa che l’anno scorso alcuni nostri progetti sono apparsi al film festival SWSX di San Francisco, a quello di San Paolo in Brasile, in musei e pubblicità trasmesse in giro per l’Europa in televisione in Sud Africa, per dirne solo alcuni.
Se fai un messaggio di qualità, spesso gira, e quando lo fai in ambiti completamente al di fuori dei tuoi circuiti puoi considerare di aver fatto vero marketing territoriale.
Spesso la gente viene a contatto con le nostre produzioni, e quindi con le Regioni che raccontiamo, per puro caso; non perché cerchino un luogo per vivere una vacanza o informazioni turistiche sull’Italia, ma perché sono a caccia di un po’ di sano intrattenimento visivo con una storia breve e piacevole.

Robi: Non credo alle formule magiche? Ma c’è qualcosa che puoi suggerire dei fare per il turismo italiano?  

Mikaela: Da anglosassone, una delle cose che mi ha colpito di più del mondo del turismo è la mancanza di coordinamento (Very Italian approach :-))
A livello comunale, regionale o nazionale gli enti, tra cui APT, Camere di Commercio, Comuni, Provincie, Regioni, vari dipartimenti ministeriali, spesso non sono connessi e coordinati tra di loro e senza una strategia condivisa e comune si ha una dispersione di risorse economiche notevole, provocando una perdita di efficacia complessiva dei piani di comunicazione e marketing, rispetto agli sforzi che invece si fanno.
Insisto che il sistema turistico sia come quello biologico: esistono delle eccellenze, dei prodotti davvero singolari, ma bisogna avere un progetto globale, una filiera coordinata per far in modo che tutto funzioni bene.
Da inguaribile ottimista, credo che l’azione dell’Enit, ora responsabile della governance del portale nazionale Italia.it sia essenziale e sicuramente un buon inizio per portare avanti con successo la politica di brand Italia complessiva, a tutti i livelli e tra tutte le declinazioni territoriali.
Anche se, oltre alle eccellenze storiche, artistiche ed architettoniche, bisogna puntare di più sulla comunicazione del patrimonio intangibile del paese.

Grazie Mikaela, aspettiamo altri diari…

Nella foto di copertina Mikaela Bandini è con il cantastorie dell’Alta Langa John Gubertini

Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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Robi Veltroni

Robi Veltroni è il fondatore di Officina Turistica. Venditore di camere, si occupa di marketing e pubblicità nel turismo da circa vent’anni. Ha iniziato a lavorare in albergo nel 1979: dopo aver vissuto nei viaggi degli altri per oltre trent’anni, si è trasferito in Maremma. Membro del comitato di programma di BTO – Buy Tourism Online. Attualmente è direttore d'albergo, consulente in direzione delle aziende turistiche e dell'ospitalità, formatore in management alberghiero, marketing turistico e web marketing.

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